The Untouchables – Gli Intoccabili (1987)

Regia: Brian De Palma. Soggetto: Eliot Ness (autobiografia). Sceneggiatura: David Mamet. Fotografia: Stephen H. Burum. Montaggio: Jerry Greenberg, Bill Pankow. Effetti Speciali: Allen Hall. Musiche: Ennio Morricone. Scenografia: William A. Elliott, Hal Gausman. Costumi: Marylin Vance. Trucco: Michael Hancock. Produttore: Art Linson. Casa di Produzione: Paramount Pictures. Distribuzione (Italia): United International Pictures. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, 1987. Durata: 120’. Genere: Poliziesco, Gangster, Noir, Drammatico. Interpreti: Kevin Kostner (Eliot Ness), Sean Connery (Jimmy Malone / doppiato da Pino Locchi), Charles Martin Smith (Oscar Wallace / doppiato da Franceso Pannofino), Andy Garcia (George Stone/Giuseppe Petri), Robert De Niro (Al Capone), Richard Bradford (Mike Dorsett), Jack Kehoe (contabile Walter Payne), Brad Sullivan (contabile George), Billy Drago (Frank Nitti), Patricia Clarkson (Catherine Ness), Steven Goldstein (Scoop), Anthony Mockus Sr (giudice), Peter Aylward (luogotenente Anderson), Don Harvey (ufficiale Preseuski), Del Close (Alderman), Clifton James (procuratore).

Rivedere Gli Intoccabili a distanza di quasi vent’anni fa l’effetto del tempo che non passa, perché assisti a una pellicola invecchiata benissimo, che conferma il detto ispanico lo bueno no pasa. Non esistono film vecchi e film nuovi, esistono film che restano e film che scompaiono, in certi casi anche dopo pochi mesi, ma Gli Intoccabili fa parte della categoria film eterni. La storia è ispirata molto liberamente alle gesta del vero agente federale Eliot Ness – nella finzione Kevin Kostner – e della sua lotta per mettere dentro Al Capone – un grande Robert De Niro – e neutralizzare la sua banda con la collaborazione di tre coraggiosi compagni: l’irlandese Jimmy Malone (Connery), l’italo americano George Stone (Garcia), il ragioniere Oscar Wallace (Martin Smith), appunto gli intoccabili del titolo. Tutto il bene possibile si può ancora dire di una simile pellicola, che coniuga il thriller al poliziesco, passando per il cinema di gangster e il western canadese, con alcune citazioni davvero fantastiche. La sequenza della carrozzina durante l’agguato alla stazione rimanda a una Corazzata Potemkim versione gangster, mentre nella scena in cui Ness spacca una porta a colpi d’ascia si rivede identica parte di Shining.

Sean Connery vince l’Oscar come attore non protagonista, ma vogliamo parlare della bellezza struggente della colonna sonora di Ennio Morricone? Niente Oscar ma solo candidatura. La ricostruzione scenografica degli anni Trenta – periodo del proibizionismo – è perfetta, così come costumi e trucco non fanno una grinza. Ottima fotografia di Chicago, sceneggiatura oliata a dovere con incastri di tra

ma perfetti, tensione narrativa che lascia lo spettatore in sospeso per tutto il film. Montaggio adeguato. 120’ sono la misura giusta per raccontare una storia ad alta tensione che non mostra il fianco a cadute di ritmo, senza dimenticare il cinema d’autore, l’analisi psicologica dei personaggi, tutte figure che restano impresse, sia nel bene che nel male.

Brian De Palma è regista sopraffino, capace di passare da un breve piano sequenza a una lunghissima e inquietante soggettiva, maestro della suspense e del brivido, conduce a colpi di riprese originali una storia affascinante che incanta lo spettatore. La frase rabbiosa pronunciata da Al Capone (De Niro, doppiato dal grande Ferruccio Amenola) “Sei solo chiacchiere e distintivo!” resta come simbolo a futura memoria di un film indimenticabile.

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