Nella scrittura di Lorenzo Mari si coglie un balzo di temperatura, di mineralità gelide e a tratti incandescenti, e sono questi cambi, dosati con equilibrio, a rivelarci quanto l’autore abbia lavorato alla resa. Ogni microcosmo, attraverso la raccolta di narrazioni brevi, dà l’impressione di portare altrove, ma poi finisce per mostrarci da angolazioni inesplorate lo stesso paesaggio di provincia. In un racconto, ad esempio, lo spostamento provocato da fratture della terra sembra essere, solo in apparenza, all’origine del crollo di un controsoffitto. È la valle in cui è situato il centro abitato di P***, e il lettore si aspetta che la casetta di emergenza di cui si appresta a dotarsi la protagonista porti in qualche modo, una volta attraversate le questioni burocratiche, a una soluzione. Ma non può essere così, perché il racconto giunge al punto naturale dell’inghiottitoio in cui ogni storia deve immergersi, e là si scopre che la soluzione serve solo a manifestare il vero crollo, che è quello di un impianto del mondo che forse tiene ancora per un po’ in armonia l’esistenza, la stessa della protagonista e dell’intero luogo. Anche questa questione degli strati, come altre questioni, nella raccolta viene gestita alla perfezione. È dunque una mineralità come quella del masso che ostruisce una strada (la frana sotterranea, si diceva, sorvegliata dalla scrittura di Mari, che smuove un po’ tutto quanto) e che ancora una volta sembra giungere da lontano, scoprendo nervi, solitudini, alienazioni, provocando traumi. E in effetti il lettore ci penetra là sotto, e le rese dei conti, gli scontri per nulla generazionali, ma soltanto familiari, tra marito e moglie pronti al duello, e i cognati, col collante politico che anch’esso alimenta il tempo della provincia sbadigliante, terminano alla fine un cerchio naturale, come il pezzo che si chiude con la visita al cimitero. Anche nell’unico racconto che promette la calma ciarla calcistica, quella da bar sport di periferia, le strane formazioni di squadre dell’Europa dell’Est, nella fattispecie di un passaggio tra Cecoslovacchia e Repubblica Ceca, le leggende slave, le vecchie formule, i “giocatori di sostanza”, anche qui alla fine di calmo i fatti non hanno davvero nulla, ma alzano, come per il masso che sbarra la strada all’autista, un altro pezzo di muro. Solo che stavolta, e in altri casi – e non come per il masso che si può aggirare – l’ostacolo resta al suo posto e là crollano le nostre speranze (Marino Magliani).

L’autore
Lorenzo Mari vive e lavora a Bologna. Ha pubblicato alcuni libri di poesia, tra cui Querencia (2019) e Soggetti a cancellazione (2022). Una selezione di testi da quest’ultimo libro è stata tradotta in inglese da Paul Vangelisti in Cancellations (2023). Ha pubblicato anche il racconto Via Mascarella alta e bassa (2019) e alcuni saggi. Traduce dallo spagnolo, come nel caso di Trilce di César Vallejo (2021), e dall’inglese, come nel caso di Riot sciopero riot di Joshua Clover (2023).

Titolo: In ordine sparso
Volume 27 di La quercia e il tiglio
Autore: Lorenzo Mari
Editore: Galaad Edizioni, 2023
ISBN: 9791280737281

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