Ritorno ad Amtara, scritto da Valentina Ferranti prima del febbraio 2020 e pubblicato nel 2021 da Edizioni NPE, è un fantasy che presenta anche elementi tipici del genere fantascientifico.

Il romanzo, primo capitolo di una saga, è ambientato in un futuro distopico dove il pianeta Terra risulta incompatibile con la vita per colpa dello sfruttamento sregolato delle risorse naturali e dei disastri ambientali causati dai Destinati alla Grande Eternità Scura, casta eletta che da secoli governa il mondo. Questa ha soggiogato l’umanità inconsapevole e l’ha reclusa in delle aree abitabili di natura artificiale.

Al di fuori di queste comunità, esiste un’altra fazione che vive nelle viscere della Terra: i Ribelli della Linea Bianca da sempre in lotta con i Destinati. A questo gruppo appartiene la protagonista del romanzo, Telesa, una giovane dotata di un enorme potere, che durante una missione viene tratta in salvo e portata nella città di Amtara, il luogo più sacro del pianeta con a capo le sette donne del Supremo Concilio. Queste possiedono straordinarie facoltà extrasensoriali, come la telepatia e la chiaroveggenza, e guideranno l’audace Telesa verso il suo destino.

Nel frattempo, Adam, compagno di lotta e di vita di Telesa, con la quale è collegato telepaticamente, viene catturato e condotto nell’area ZM66, dove verrà affidato alle cure del Dottor Vasani.

Il romanzo è incentrato sul dualismo tra bene e male, ovvero tra luce e oscurità, rappresentate rispettivamente dai Ribelli e dai Destinati. La storia, molto originale e coinvolgente, è presentata da un narratore onnisciente. I capitoli rispecchiano la contrapposizione tra i due schieramenti: infatti, si alternano vicende incentrate ad Amtara o nel sottosuolo ed episodi ambientati nell’area ZM66. Valentina Ferranti costruisce quasi due trame parallele che si intrecciano e congiungono per dare vita a una narrazione davvero avvincente.

Il libro presenta molti personaggi per entrambe le fazioni. I nomi sono spesso complicati, a volte quasi impronunciabili, ma con il progredire della lettura si assimilano senza grosse difficoltà. I protagonisti presentano un’evoluzione ben sviluppata nel corso della trama. In alcuni casi, arrivano anche a rivalutare le proprie posizioni e convinzioni e ad abbandonare lo schieramento di appartenenza per quello rivale.

L’ambientazione è molto interessante: abbiamo un pianeta pressocché deserto dove la popolazione sopravvissuta vive o nel sottosuolo o in delle strutture artificiali in cui sono conservati anche diversi tipi di piante. La Terra è, quindi, inospitale e per muoversi sulla sua superficie gli esseri umani sono costretti ad utilizzare particolari tute protettive.

Purtroppo, manca una cartina a inizio o a fine libro per visualizzare l’ubicazione delle diverse aree in cui avvengono le vicende narrate.

L’editore dovrebbe fare più attenzione alla qualità dell’editing: sono presenti un po’ troppi refusi che, però, non intaccano la qualità del testo.

Bella la cover firmata da Nino Cammarata e davvero magnifiche le illustrazioni interne di Riccardo Galante.

Valentina Ferranti ci presenta l’area ZM66 come una società che ha smarrito la propria umanità ed è governata da figure del tutto prive di emozioni. Una popolazione inconsapevole accanto alla quale troviamo inquietanti individui al servizio dei Destinati, i cosiddetti mrtani: uomini che a seguito di uno specifico trattamento risultano privi di volontà e, quindi, incapaci di qualsiasi forma di ribellione. Eppure, c’è chi tra l’indifferenza di una parte del popolo non smette di affrontare il potere e si ribella alla sua volontà. È evidente che la società frutto della fantasia dell’autrice sia una rappresentazione allegorica della nostra realtà, dove la maggior parte delle persone vive nell’apatia, e spesso proprio coloro che si battono per il bene collettivo vengono etichettati come i cattivi di turno.

Un libro che invita a ben più di qualche semplice riflessione sul nostro presente: lettura consigliata!

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