I vizi di Attila, di Emanuele Delmiglio, edito da Nero Press, è un noir ambientato nella città scaligera. Suddiviso in sette episodi ispirati ai vizi capitali, il romanzo ha per protagonista Cosma Brusco, detto “Attila”, ex promessa del giornalismo in cerca di riscatto, dopo essersi bruciato la carriera a causa delle sue inchieste scomode su Tangentopoli.

La sinossi
Uno scheletro trovato in un canale d’irrigazione, una donna tagliata a metà, un uomo lasciato morire dissanguato in pieno centro, una clochard sottoposta a un rudimentale elettroshock… sono alcuni dei casi in cui si imbatte il giornalista Cosma Brusco, detto “Attila” per il suo modo di farsi terra bruciata intorno. Riuscirà a venire a capo di questi crimini senza che la sua vita privata venga distrutta?

Estratti
«Credi che si stia male da morti? Oh, bella! Non sai proprio nulla, tu. Io parlo tutti i giorni con i defunti e ti assicuro che stanno benissimo, molto meglio di quando erano vivi. Niente bisogni, niente laceranti emozioni…»
«E come fai a parlare con loro, Benito? In sogno?»
«Macché sogno e sogno, loro sono dappertutto, non li vedi? Sono molti più di noi. C’è pieno di anime, lì, lì e là. Non senti quello che ti dicono?»
Benito si guardava attorno come se vedesse e riconoscesse un’infinità di volti cari e così lo lasciai, con un sorriso sulle labbra, tra amici.

Passai tra le scrivanie, tra rapidi cenni imbarazzati e fugaci borbottii di saluto. Mi pareva di sentirli: i nuovi collaboratori chiedere sottovoce chi fossi e i vecchi giornalisti spiegare di rimando «È Brusco, quello che durante Tangentopoli…», oppure «Lo chiamano Attila perché è bravissimo a rovinarsi la vita», e qualcuno «Scriveva bene, un vero peccato…» Rari questi ultimi.
Sapevo di suscitare disprezzo ai più e pena a pochi; a tutti, stranamente, una sorta d’invidia per la libertà che davo l’impressione di avere, ovvero una sorta di franchigia che il mio precario stato professionale mi consentiva. Avessero saputo a quale prezzo! E, tuttavia, le mie rare apparizioni contribuivano a creare intorno alla mia disadorna figura una specie di alone di mistero che non mi dispiaceva.

«Fammi capire…» ora ero incuriosito «ci sono state violazioni di tombe o sottrazioni di salme?»
Scosse la testa.
«Allora vuoi dire che qualcuno si è tenuto in casa un cadavere, magari sepolto in giardino per qualche anno, e poi…»
Carmen strinse le spalle.
«Sei tu quello che ha fantasia. Sapremo qualcosa di più preciso quando avranno terminato le analisi».
Sì, ero io quello che aveva fantasia. Le turbine diesel del mio cervello iniziarono a ronzare.

L’autore
Emanuele Delmiglio nasce a Verona nel 1958. Il suo primo racconto compare nel 1978 sulle pagine del magazine padovano The time machine. Cresciuto “a pane e Urania”, è un appassionato lettore ed estimatore della narrativa, soprattutto di genere. Nei suoi scritti riesce spesso a rovesciare i punti vista consueti per mettere a nudo, sotto il riflettore del fantastico e dell’assurdo, le ambiguità del vivere. Tra i fondatori dell’associazione culturale Fantàsia, è membro dell’associazione IlCorsaroNero. Editore e giornalista, pubblica una collana dedicata a personaggi veronesi e veneti, Excellence Book, oggetto nel 2010 e 2014, di due tesi di laurea. Direttore responsabile della rivista Inchiostro e di alcune riviste locali, alterna scrittura, consulenza editoriale e creatività grafica. In quest’ultimo ambito ha tenuto lezioni allo IED di Milano e Roma. Ha pubblicato tre raccolte di racconti (Ultima uscita, Vie traverse e Itinerari alternativi), tre romanzi (L’alba di Arcadia, La tintura rossa, Lettere dal Brasile), una raccolta di limerick illustrati (59 limericchi) e un Manuialetto di scrittura creativa per giovani narratori; molte altre narrazioni fanno parte di varie antologie.

SCHEDA
Titolo: II vizi di Attila
Autore: Emanuele Delmiglio
Collana: Intrighi
Codice ISBN: 9791281435032
Prezzo: € 19,90 e € 15,90
Formato: copertina rigida e flessibile
Pagine: 302
Anno: 2023
Genere: romanzo noir

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