Le visioni di Laura 9 – La scala dei ricordi di Gordiano Lupi

Affacciata al mio balcone che si specchia nel mare getto gli occhi verso l’infinito e cerco un po’ di pace tra le onde in tempesta. In questa giornata di fine inverno i miei occhi rincorrono il vento che riesce a placare i ricordi. La voce del mare che frange le scogliere mi tranquillizza ed è in quel momento che rivedo il sorriso di mio padre come in un vecchio film in bianco e nero.
“Devi essere forte, bambina mia” dice.
Io lo guardo e non riesco a parlare. Lacrime di pietra mi scavano il volto come una maledizione. Poco lontano c’è Marina distesa sopra una lastra di marmo. È un’immagine che viene dal passato ma fa ancora male. Mi rivedo davanti a quel corpo immobile mentre comprendo chi l’ha uccisa, ma non ho la forza di parlare. Mi rendo conto per la prima volta del mio potere. Vedo il volto dell’assassino sfigurato da una smorfia di follia mentre la sta massacrando. Grido in quella stanza vuota. Grido che non doveva capitare proprio a lei, povera Marina. Il volto di mio padre appare e scompare davanti ai miei occhi che seguono il volo degli ultimi gabbiani.
“Marina ci guarda da lontano” dice.

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Le visioni di Laura 8 – La chiesa maledetta di Gordiano Lupi

Vittorio è passato a prendermi e siamo usciti insieme sotto il sole caldo di una giornata di fine inverno che comincia a far sentire il tepore della primavera. Il fumo delle ciminiere si confonde tra le scogliere e un vecchio cimitero di mare che conserva ricordi e asciuga lacrime di rimpianti. L’acciaieria, dove gruppi di operai si fanno inghiottire ogni giorno, macina delusioni e paure. Abbasso lo sguardo di fronte al suo aspetto di mostro gigantesco. È sabato e al cantiere non si lavora. Dobbiamo recarci alla chiesa di Santa Croce, nel quartiere operaio, dove abbiamo appuntamento con il nuovo parroco. Si chiama Don Franco e l’hanno spedito a Porto Fabbrica come una sorta di punizione, perché in questo posto c’è tanta gente che con la religione se la dice poco. Il parroco mi ha fatto chiamare perché da un po’ di tempo a questa parte stanno accadendo fatti insoliti. Ho letto qualche notizia sul giornale locale, ma di solito non do molto credito al foglio di cronaca che stampano in questo paese. Esagerano la realtà, da buoni cronisti di provincia.

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Le visioni di Laura 7° episodio – Per sempre insieme di Gordiano Lupi

Rifletto sulla mia vita davanti alle tombe di marmo bianco. Penso a ciò che è stato e assaporo il freddo del nostro gelido inverno di mare. Da troppo tempo Marina non c’è più e l’abitudine di spingermi sulla scogliera è diventata compagna del quotidiano. E in fondo alla scogliera c’è il cimitero. Bello e misterioso di notte, quando le fiammelle si accendono e sembrano indicare la strada al passante. Tenebroso al tramonto, quando i cancelli chiudono il passo cigolando. Tranquillo come un refolo di vento di mare al mattino, quando passo davanti al custode e lo saluto, come un vecchio amico. Mi conoscono tutti qua dentro, perché vengo spesso a visitare la tomba di Marina da quel giorno in cui la follia di un sadico me l’ha portata via. Poteva capitare a me. Non posso scordarlo. E lei mi ha regalato questo potere di sentire dentro le sofferenze dei morti, questo potere che fa soffrire e mi consuma ogni giorno di più.

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Le visioni di Laura 6 – La casa scomparsa nel bosco di Gordiano Lupi

La notizia del giorno appassiona i vecchi pescatori che passano il tempo alla Marina guardando i colleghi più giovani che tornano dalla pesca con reti cariche di prede. Il sole riscalda un freddo mattino di febbraio nella città di mare e i vecchi ascoltano parole che riportano alla luce incubi lontani. Parole che qualcuno legge dal giornale del mattino. Parole che scoprono ricordi e paure nei loro pensieri.
Teschio nel bosco riapre un mistero – Durante una romantica passeggiata nella macchia trovano il macabro reperto.
Un teschio in buono stato di conservazione che fa pensare a una morte avvenuta alcuni anni fa nella fitta foresta del Belagaio. “La foresta risucchia tra le sue spire chi vi si avventura” dicono i vecchi. “La foresta rapisce e non restituisce i corpi”. “La foresta divora come un orco famelico”. Il giornale racconta di una passeggiata tra i boschi del Belagaio, una foresta impenetrabile tra le colline che circondano Porto Fabbrica, che si trasforma in diabolica avventura per due ragazzi.
“Ricordate cosa accadde molti anni fa?” domanda uno dei vecchi pescatori con aria preoccupata.

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Le visioni di Laura 5 – La bambola di pezza di Gordiano Lupi

Ho passato buona parte dell’estate in clinica per colpa di quel brutto incidente, ma alla fine mi sono ripresa e non sono stata tanto a pensare su quanto poteva esserci di vero nel mio sogno. Sono abituata a convivere con il soprannaturale da quando ho avuto in dono un potere incredibile. Vittorio si occupa del cantiere, ma nel tempo libero ci vediamo spesso e sta entrando sempre più nella mia vita, pure se cerco di tenerlo a distanza perché non voglio legami troppo stretti. Passo le giornate a leggere libri dell’orrore che scelgo sulle bancarelle a metà prezzo del mercato e ad ascoltare la musica dei cantautori. Adesso sto leggendo la storia di uno spirito che esce dalle acque di un fiume e tormenta la vita di uno sperduto villaggio nell’oriente cubano. Ne hanno di fantasia questi scrittori dell’orrore, più sono sconosciuti e più mi piacciono, inventano cose talmente assurde… Un sottofondo di Paolo Conte apre la mia giornata e verso mezzogiorno lascia il posto alle ballate di Guccini e alle musiche anni Settanta di De Gregori e De Andrè. Se proprio mi sento romantica e ho voglia di pensare metto Vecchioni, ma quello di una volta, cose come Ipertensione o Luci a San Siro che mi piacciono tanto. Tra queste canzoni ce n’è una che mi ricorda mio padre e mi fa versare qualche lacrima quando l’ascolto. Canzone per Laura sembra scritta per me, o almeno mi piace pensarlo, ché tanto sognare non costa niente. Mio padre comprò il disco quando sono nata e lo conservava come una cosa preziosa.

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