Hits: 41

Volano gabbiani a caccia di prede sulla banchina del vecchio porto davanti alla mia casa e le prime rondini d’aprile lanciano grida sotto tettoie di lamiera corrose dal salmastro. Soffia dal mare vento di scirocco, un’umida sensazione di fastidio penetra la mia pelle e affiorano ricordi lontani. La memoria carezza rumori d’onde e scruta il futuro, mentre la primavera mi cattura e con lei la nostalgia delle cose perdute. Sono passati mesi dalla mia avventura con quel folle poliziotto che uccideva ragazze nella villa. Ho rischiato di morire scannata da un coltello affilato che ancora tormenta sogni disperati. Mi sento sola senza Marco e adesso che è morto comincio a capire che forse sarei stata capace di amarlo. Adesso che tutto è finito resta soltanto questa prateria di mare dove galoppano i giorni. Lo sguardo scopre il tramonto del sole e scruta il futuro, sino a scovare calette misteriose di vecchi approdi dove gettano le reti barche di resina costruite sulla rada del piccolo porto. Vedo dal balcone vecchi pescatori che escono di buon mattino e rientrano a tarda sera. Allegri, insoddisfatti, cupi, stanchi dopo una giornata trascorsa sulle strade del mare. Il gioco dei venti è la loro vita. Hanno per compagne le onde che scuotono la resina modellata della paranza. Sono sola con i miei ricordi e non ho neppure il mare per compagno, lui è solo spettatore della mia vita. Un maledetto giorno di libeccio si affaccia alla memoria con il primo caffè del mattino.

Continua sul portale:

image_pdfScarica in PDFimage_printStampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *