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La nave maledetta di Amando de Ossorio
(Spagna/1974)
Durata: 89′ Genere: Orrore
Con Maria Perschy, Jack Taylor, Barbara Rey, Carlos Lemos, Manuel de Blas, Blanca Estrada e Margarita Merino.

A largo della costa britannica, due giovani donne su un motoscafo entrano in un banco di nebbia e, all’interno di esso, incontrano uno spettrale e misterioso galeone del XVI secolo alla deriva. Salite sull’antico vascello, le ragazze non trovano nessuno, ma non è esatto; infatti, nella nave fantasma vi sono alcune bare, contenenti le salme di un manipolo di Cavalieri Templari, i quali a notte fonda si ridestano ed escono dalle casse, uccidendo e divorando le due sventurate. Successivamente il veliero è raggiunto da uno yacht con tre uomini e due donne, che sono alla ricerca delle ragazze scomparse. A bordo della nave, i cinque ben presto se la devono vedere con i Templari morti viventi e mangiatori di carne umana; avvalendosi di una rudimentale croce fiammeggiante riescono a respingerli nelle bare, che in seguito essi gettano in mare, sperando così di avere in questo modo allontanato da loro la minaccia dei mostri. Ma i Templari non tardano a riemergere dal mare…

Sceneggiato e diretto da Amando de Ossorio, il film dell’orrore di produzione spagnola “La nave maledetta” (“El buque maldito”) costituisce il terzo capitolo della saga dei Templari tornati in vita con la magia nera, dopo “Le tombe dei resuscitati ciechi” e “La cavalcata dei resuscitati ciechi”. De Ossorio dirige il lungometraggio con professionismo, assicurandogli un buon livello spettacolare (a dispetto dei mezzi limitati a disposizione) e collegando il taglio narrativo anti-conformista e anti-retorico, le atmosfere macabre e gotiche, le situazioni truculente e la contrapposizione tra la modernità avanzata del XX secolo e le arcaiche e aggressive forze provenienti dai secoli passati (metafora dei pericoli incombenti sulla civiltà umana contemporanea).
Gli ideali antropologico-ontologici, etico-morali, sociologico-politici, legislativi meta-giuridici e scientifico-conoscitivi trasmessi dalla comunicazione di massa cinematografica verbale e non-verbale esplicitano da un lato l’arretramento e dall’altro il progresso dell’Essere Spirituale razionalistico-illuministico-idealistico ovvero della Ragione illuministica-idealistica dei soggetti umani e della loro civilizzazione.
Nel primo caso troviamo: la volontà di potenza o di dominio sull’altro-da-sé che si estrinseca negli impulsi animaleschi di sopraffazione, i quali annullano i diritti alla vita e alla libertà degli individui umani; il prevalere degli egoismi nelle relazioni umane, con il sovrapporre se stessi sulle esigenze e sui diritti altrui, calpestando in tal modo l’uguaglianza tra gli esseri umani e l’armoniosa coesistenza sociale.
Nel secondo, la pellicola di de Ossorio sottolinea le seguenti idealità: la cooperazione o il lavoro comune tra più persone al fine di garantire l’interesse generale o pubblico (pensiamo agli uomini che buttano le bare dei Templari in mare); il rifiuto di sottostare ad un potere tirannico, per realizzare la propria libera e democratica autodecisione; la promozione popolare dello studio delle scienze occulte e, in particolare, della stregoneria allo scopo di verificare la brutalità e la brama di supremazia sugli altri in esse implicite; la sensibilizzazione, largamente sociale e democratica, delle coscienze a oltrepassare il dogmatismo materialista e scientista, aprendosi ai fenomeni che trascendono le leggi naturali e le stesse categorie dello spazio e del tempo, rivoluzionando così la visione dell’universo e lo stesso sapere umano; la preparazione pedagogico-didattica delle menti dei soggetti umani e del pensiero dell’opinione pubblica a combattere creature soprannaturali, diaboliche e di altri mondi, animate da cattive intenzioni nei confronti della nostra specie.
Questi ideali fanno parte dello Spirito razionalistico-illuministico-idealistico ossia il pensiero o la cultura popolare che attraversa la lingua spagnola ed altre lingue del mondo, come quella italiana, mediante le traduzioni, gli interpretariati e le mediazioni linguistiche e interculturali, e sono posti dal linguaggio cinematografico de “La nave maledetta” di de Ossorio come degli esempi rispettivamente da respingere e da attuare per far progredire non solo le dinamiche mentali o l’immaginario, ma anche i comportamenti interpersonali e pubblici di ognuno.
Sono discrete, infine, le prove interpretative offerte dagli attori.

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