I Don Gastro si affacciano nel panorama doom/stoner italiano con questo full-length intitolato “De Wasted” che mette in mostra una band già collaudata per poter intraprendere una carriera a livelli più che apprezzabili e anzi, se sapranno limare alcune incertezze e rendere il proprio sound ancora più interessante, penso che ne vedremo delle belle.

In ogni caso “De Wasted” gode di una produzione matura e pulita, e di una prestazione globale della band più che convincente e in molto tratti bella vigorosa. Talvolta la band si perde un pochino, nel senso che certe canzoni sono veramente troppo lunghe per poter attecchire su un pubblico sempre meno attento a certe digressioni e “lungaggini”, ma tutto sommato la band cerca di non suonare uno stoner/doom convenzionale, aggiungendo quel tocco sperimentale e psichedelico che fa in modo che ogni brano abbia almeno qualche colpo di scena e delle sorprese al suo interno.

Quindi potremmo tranquillamente dire che lo stoner e il doom sono generi di massima per descrivere la proposta dei Don Gastro, ma si tratta solo di categorie per inquadrare una band che suona un po’ come la versione sabbathiana dei The Doors, Rush o dei Deep Purple e di tutta quella scena prog-rock psichedelica degli anni Sessanta e Settanta, perchè abbiamo diversi brani che vanno oltre i dieci minuti e cercano di riportarci in tempi in cui le canzoni spesso si lasciavano andare e diventavano vere e proprie suite. 

Occhio però al cantato, che poco ha di melodico e convenzionale, ma lasciamo scoprire a voi questo album consigliandovene l’ascolto.

DON GASTRO “De Wasted”
Autoprodotto, 2023

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