La Menade è una formazione tutta al femminile che torna nel 2023 col suo terzo album, “Reversum”, totalmente con liriche in inglese, e questo è il primo cambiamento sostanziale rispetto al passato, dove veniva usato l’italiano o entrambe le lingue. L’altro cambiamento abbastanza importante sta nel sound, questa volta cupo e introspettivo, che va ad abbracciare sì l’alternative metal, ma come se fosse ammantato della tristezza, dell’apatia e del nichilismo di generi come il grunge, la darkwave e il post punk. 

Il disco infatti sembra unire sotto un unico tetto infuenze derivanti da band più prog-elternative come ultimi Opeth, Tool e Porcupine Tree, per unire poi questo aspetto ad un qualcosa che rimembra maggiormente il passato della band, quindi un rock/alternative metal che pesca da band come Seether, Bush, Nirvana e Deftones. L’uso dei synth va ad aggiungere malinconia e senso di abbandono ad un disco che già nelle chitarre e nella voce trova terreno fertile per esprimere disagio e scoraggiamento. Non si ha mai la sensazione che vi sia un benchè minimo spiraglio di sole in questo album, e viene da chiedersi il perchè di cotanta tristezza…

In generale il disco quindi è come un diario di bordo di tre ragazze che forse non hanno più molte speranze nel futuro e nel presente, e che riescono a portare all’ascoltatore un messaggio piuttosto negativo. Sebbene tutto sia un po’ mesto e sfuggente, la band comunque non perde l’occasione di graffiare in più occasioni, e quindi in questi frangenti è più semplice scorgere quello che erano prima di incidere questo “Reversum”, che è comunque un disco di spessore elevato e che ci riporta alla poetica disperata di leopardiana memoria.

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