Il brano appare decisamente irrequieto, mettendo in luce quella che può essere l’instabilità di una persona che si è appena trovata di fronte alla perdita di un amore. Il tutto si muove tra sonorità moderne con influenze trap, alternative metal e decisamente l’influenza della cultura Emo.

Seppur nel brano sono presenti numerosi elementi digitali, come ad esempio i suoni della drum machine, spiccano le sonorità di strumenti reali, come le chitarre, il basso, la batteria, che ne rendono il tutto più umano, nonché più vicino alle correnti dell’alternative e del rock, con picchi in cui si sfocia nel grunge.

Un brano che cela in sé un grande carico emotivo, che esplode più volte all’interno del cantato, passando da momenti più intimi a momenti di esternazione in cui le urla la fanno da padrone.

Il tutto ovviamente sorretto e accompagnato dalla base strumentale che ne accentua i diversi passaggi, valorizzando l’intensità di ciò che accade nelle parole del narratore.

Il brano è vestito di una struttura molto semplice che ripete la strofa, il bridge e il ritornello. Ed è forse la semplicità che rende completo il brano. Non ci sono forzature, né tanto meno la foga di voler fare andando fuori binario.

In conclusione un lavoro interessante, un lavoro di sperimentazione, dai tratti malinconici, ritratto, forse, dei mostri in ognuno di noi.

Facciamo i nostri complimenti alla band e vi lasciamo, non prima, però, di avervi detto di ascoltare il nuovo brano dei Love Ghost: Closure.

video di Closure

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