Finnegan Bell (voce, chitarra), Daniel Alcala (chitarra, cori) e Cory Batcher (tastiere,cori), Danielle Gallardo (batteria e cori) hanno visto Ryan Stevens, bassista e (a volte) cantante, ha lasciare la band. Davanti ad una perdita di tale importanza la band realizza un brano nel quale gli strumenti tradizionali sono inesistenti, un brano con campionamenti ed elettronica.

In Puppet, dunque, si parla di molte cose, ad esempio di manipolazione, di un amore malato e di sofferenza. Il video si apre e si chiude con delle mani che muovono un burattino: come spesso, l’intento della band è quello di scavare dentro di noi. È un’elettronica che ci invita alla riflessione, basata su tappeti sonori sui quali la voce di Finnegan Bell riecheggia. Le prime note sembrano provenire, anche grazie al riverbero, da una vasta distanza. La strofa è più basata sulla voce che sulla musica: si percepisce l’assenza di un’autentica struttura. L’atmosfera è esclusivamente basata su synth spaziali e lievi suoni di chitarra. Il ritornello è unanime, marciabile, arpeggiato, differentemente da molti pezzi della band, non esplode. La calma e la riflessione la fanno da padrone. L’assolo finale, psichedelico, è da brividi!?!

Adesso che il bassista è andato via, riuscirà la band a trovare un degno sostituto? Sicuramente Finnegan Bell e gli altri hanno trovato il modo di sostituire questo strumento con dei synth, ma sappiamo tutti che il basso pulsante in una band di tale calibro non può certo mancare.

Sicuramente, però, la band si difende bene e realizza l’ennesimo capolavoro….

Il video di Puppet

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