Josh Scott è originario del Montana ma ha viaggiato attraverso il Sud America, in particolar modo nelle Ande del Cile (terra Mapuche): proprio lì ha trovato l’ispirazione per iniziare a comporre. Così, ha cominciato ad usare Ableton, ha cominciato a seguire la label Cafè de Anatolia, soprattutto perché punto di riferimento della propria creazione musicale ed ha ricevuto non solo feedback positivi, ma gli è stato proposto di distribuire Healing is a Journey, prima opera di questo musicista che si fa chiamare Mystic Wolf.

Chill Out, Ethno, Deep House, Oriental Music sono alcuni generi che l’etichetta ha a cuore, ma la creazione artistica di Mystic Wolf travalica i confini di questi generi verso una mistica precisa, che vede nella musica un processo di liberazione. Basta un assaggio di Nomad, traccia diffusa prima dell’uscita dell’Ep e molto bene accolta, per comprendere i caratteri generali della sua arte, in bilico tra world music, ambient e new age “orientale”. Il brano propone strumenti come sitar e pan flute accompagnati da lievi percussioni etniche, con una venatura elettronica che ricorda, tra molti gruppi di ispirazione, sicuramente gli Enigma, anche grazie a quel senso di erotismo che il pezzo emana.

Atonement sembra riecheggiare tra i corridoi di una piramide, propone un sitar accompagnato da una serie di percussioni etniche, mentre un arcano strumento a fiato riecheggia in lontananza. Nella seconda parte le percussioni diventano più metalliche, e sembrano mescolarsi allo strumento a corde. Cycle of Healing è un momento contemplativo e fa pensare alle terre indiane al tramonto. Il sitar qui sembra essere sostituito da una sorta di banjo e nel finale si eleva un canto indiano. Somos de la Tierra ricorda ancora gli Enigma (The Principle of Lust): i suoni sono incredibili, sicuramente gli archi la fanno da padrone. Si tratta sicuramente di una delle tracce più veloci, un bolero ritmico e strumentale che si chiude con un breve canto sudamericano (“Siamo figli della terra, siamo figli del mare”). Rebirth inizia improvvisamente, quasi fosse un estratto di un pezzo più ampio. Qui tornano le praterie indiane, ma dal terzo minuto il brano sembra risentire della musica anni 80, e la presenza elettronica, per qualche minuto, diventa più evidente.

Questo musicista si è schierato apertamente con chi soffre e con chi è più debole, ancora oggi collabora con movimenti e organizzazioni per la liberazione della Palestina, ha a cuore la giustizia razziale, di genere ed economica. È questi sono presupposti essenziali per comprendere questo lavoro che è autentica immersione in un mondo molto distante da quello della società americana. Opera di altissimo livello, Healing is a Journey è uno splendido viaggio appena iniziato, che appare come un libro infinito ancora aperto, da poter ampliare con ulteriori strumenti musicali, ulteriori scoperte, ulteriori culture e popoli.

Link streaming Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/album/1HxGHmTyfyNEk5uPXV0bb6

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