Questo saggio sulla casa nel cinema horror americano, dagli anni sessanta al duemila, nasce da una intensa attività di studio e da una enorme documentazione. Ne è prova la miriade di testi citati (riportati tutti nella bibliografia e nella sitografia finali). Inoltre si evince dall’analisi precisa e carica di suggestioni che l’autrice ha visionato centinaia di film attinenti all’argomento in esame. Anche se ovviamente prende in analisi solo quelli più rappresentativi.
Valeria Cappelletti inizia con un’introduzione in cui parla dell’emozione della paura e della morte, i due argomenti clou del cinema horror e, citando Anna Olivero Ferraris, distingue le paure primarie (del buio, della notte, della morte che fanno parte dell’inconscio collettivo) dalle paure secondarie (delle streghe, dei vampiri, dei fantasmi, etc.) che nascono da sovrastrutture culturali ed elaborazioni concettuali. Le seconde servono per dare corpo alle prime che “in quanto concetti astratti, avevano bisogno di assumere forme concrete per essere sconfitte.”
Il cinema horror, per suggestionare lo spettatore, si avvale di entrambe le paure.
Il primo capitolo riporta una breve storia del cinema horror, partendo dalle origini (la famosa inquadratura del treno che si dirige verso lo spettatore, spaventandolo a morte) passando per Melies, il cinema espressionista girato nella repubblica tedesca di Weimar, raccontando tutti gli altri fino ad arrivare al cinema del duemila.
Il cinema nasce fantastico e horror, asserisce giustamente Cappelletti. L’horror non è quindi solo uno dei tanti generi, ma ne costituisce proprio l’origine, il calderone magico, all’interno del quale questa forma d’arte è nata e si è sviluppata.
Considerazione molto importante e coraggiosa, considerato che c’è ancora chi disprezza e ghettizza il cinema horror.
Il secondo capitolo affronta l’argomento della casa in sociologia e in antropologia.
La casa è vissuta dagli esseri umani soprattutto come un rifugio dall’esterno, almeno dall’evoluzione delle società primitive in poi. Per questo è così ricorrente la casa infestata nel cinema horror in quanto l’abitazione cessa di svolgere il ruolo di rifugio e di protezione. La dimora maledetta mette in crisi la realtà consolidata del senso di sicurezza, generando l’angoscia su cui fa perno il cinema horror.
Il terzo capitolo affronta il motivo per cui la casa diventa maledetta nel cinema horror: morti violente avvenute nel suo interno, rituali malefici consumati dentro la casa, dimora costruita sopra cimiteri.
Descrive inoltre quali sono le caratteristiche principali della casa maledetta: isolamento, condizioni fisiche disastrose o comunque che necessitano di migliorie e prezzi di affitto vantaggiosi.
Ci sono però film che contraddicono queste caratteristiche, opere in cui le abitazioni maledette sorgono in quartieri residenziali o in metropoli affollate. La regola ha quindi la sua brava eccezione.
Nel quarto e nel quinto capitolo Cappelletti descrive le tipologie della casa maledetta, distinguendo ad esempio la casa assediata dall’esterno da forze sovrannaturali da quella assediata dall’interno.
Il sesto capitolo è dedicato a quei luoghi che non sono case ma svolgono il ruolo di abitazione temporanea come alberghi, ospedali, prigioni e persino mezzi di locomozione come aerei, treni, automobili.
Concludono il testo quattro appendici: la A racconta la storia del cinema horror dalla origine fino agli anni ‘50; la B descrive il rapporto con la casa maledetta del cinema italiano; la C parla dei principali registi horror; la D infine propone sintetiche schede tecniche su tutti i film presi in analisi dall’autrice.
In realtà ci vorrebbero dieci pagine di recensione per raccontare Home Scary Home ma non lo faremo per due motivi: il primo è lo spazio tiranno, il secondo e più importante è la volontà di non togliere il gusto al lettore di godersi un saggio scritto in modo quanto più dettagliato possibile e ricco di suggestioni.
In conclusione possiamo dire che l’analisi di Valeria Cappelletti è affatto superficiale, anzi rigorosa e approfondita e arricchisce decisamente la cultura di chiunque legga Home Scary Home, uno dei saggi migliori mai scritti sul cinema horror.
L’AUTRICE
Valeria Cappelletti nasce a Livorno, il 21 novembre 1978. Ha conseguito una laurea in Scienze della Comunicazione, indirizzo “Mass Media”, presso l’Università “La Sapienza” di Roma e successivamente quella in Storia e Forme delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media presso l’Università di Pisa.
Giornalista pubblicista si è appassionata alla scrittura e si aggiudica diversi premi letterari a livello locale. Ha pubblicato il racconto La Venere Bianca sulla rivista livornese d’arte e cultura La Ballata. Il saggio Home Scary Home è la sua opera di esordio.
Home Scary Home
Autrice: Valeria Cappelletti
Editore: Nero Press
Collana: Indagini
Codice ISBN: 9788885497290
Pag. 244
Prezzo di copertina: € 15,00
di Luca Bonatesta
(lucabonatesta71@gmail.com)