My Weird Drive-In - Il teschio maledetto

My Weird Drive-In - Il teschio maledettoMY WEIRD DRIVE-IN
(Re)Visioni di Capolavori del Fantastico

Ho sempre considerato Il teschio maledetto, tratto dallo splendido racconto di uno dei miei autori “weird” preferiti (alias Robert Bloch), una sorta di manifesto dell’horror british Anni 60: incipit notturno e tipicamente gothic/ottocentesco in un cimitero dotato di tutto il classico armamentario sonoro (richiami di gufi e di cani randagi), ed un impeccabile gentiluomo che preleva un misterioso teschio da una tomba e successivo balzo in avanti in una Londra contemporanea, nel bel mezzo di un’asta di rari oggetti stregoneschi. Chi può mai parteciparvi se non il professor Christopher Maitland (Peter Cushing) e Sir Matthew Phillips (Christopher Lee), due collezionisti di tutto quanto fa Occulto e Soprannaturale?

Maitland, in particolare, andrà incontro ad un destino molto particolare, quando il suo “faccendiere” Marco (Patrick Wymark) gli procurerà prima un libro sulla vita del famigerato Marchese De Sade rilegato in pelle umana, quindi il teschio dello stesso, trafugato dalla sua tomba da un frenologo morto poi in circostanze misteriose (il protagonista dell’incipit). Da quel momento Maitland finirà intrappolato in una catena di eventi a dir poco terribili e dal chiaro taglio soprannaturale.

Il teschio maledettoStraordinario operatore e direttore della fotografia (con registi come John Huston, David Lynch, Martin Scorsese) Freddie Francis firma negli anni 60 e 70 una serie di thriller ed horror low budget ma di egregia fattura formale sia per la celebre Hammer che per la sua rivale Amicus. Sulla scia di coevi maestri del gotico italiano come Mario Bava e Riccardo Freda, Francis realizza qui una pellicola asciugata dall’eccesso di dialoghi ma ricca di sequenze estremamente suggestive, come l’incubo kafkiano di Maitland, prelevato di forza da casa sua da sconosciuti e costretto ad una surreale roulette russa, o la Notte di Tregenda Finale col protagonista, intrappolato nella sua stessa abitazione sommersa di libri e suppellettili, che fronteggia gli strani fenomeni originati dal teschio che cerca di obbligarlo ad uccidere sua moglie (dopo aver eliminato il suo stesso collega ed amico Phillips).
Il resto lo fa l’insuperabile recitazione dei compianti Cushing e Lee (supportati anche da un cast di contorno di alto profilo: da Patrick Wymark a Michael Gough, da Patrick Magee a Nigel Green e Jill Bennett) ovvero: quando gli “effetti speciali” erano formidabili e versatili attori, dai gesti e dal tono inconfondibili. Cushing, in particolare, è straordinario come sempre nella sua rappresentazione dello studioso prima scettico e distaccato, poi sempre più attratto e ossessionato dal macabro cimelio, fino all’autodistruzione fisica e spirituale.

IL TESCHIO MALEDETTO (The Skull)
Regia: Freddie Francis
Interpreti: Peter Cushing, Nigel Green, Patrick Wymark, Anna Palk, April Olrich, Christopher Lee, Michael Gough, Maurice Good, George Coulouris, Jill Bennett, Peter Woodthorpe
Sceneggiatura: Milton Subotsky dal racconto di Robert Bloch
Durata: h 1.23
Nazionalità: Gran Bretagna 1965
Genere: horror

a cura di Giuseppe Cozzolino

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