Album dalle sonorità decisamente hard rock e blues, con la prima traccia Long way back to home che mescola riff alla ZZ top, con voci alla Lemmy, spruzzate da quell’influenza Vaughaniana. Un bel flusso d’energia che prosegue in Make it right, dove le chitarre corrono sulla lunga highway costruita dalla batteria e dal basso. Vocalità molto potenti, poi, colorano il brano.

Tutto per poi addentrarsi nel Circus hard rock dei WildKing costruito con la potenza del sound, per arrivare a Roll the dice, dove questo riff vagamente Zeppeliniano, conduce nella verve bluesy del brano.

DownHome fa venire alla mente i bei tempi del blues di Chicago con belle chitarre alla Bonamassa ed una bella struttura che muove le acque del brano in questo mare in tempesta, per approdare in The jackal, altro blues decisamente più britannico, sorretto da questa influenza alla ZZtop.

Middle finger è un bel brano da palco, carico di potenza hard rock, con un bello svolgimento nella parte centrale, dove le acque si calmano leggermente, per poi tornare a ballare con Into my soul, carica di potenza sensuale.

Il tutto si conclude con Rockstar, che si apre con un riff decisamente alla Hells bells, per dare voce ad un inno, l’inno di voler essere una rock star.

L’album possiede una robusta energia, una grande carica di rock, enfatizzata dai numerosi passaggi blues, dal sound e da una voce davvero appropriata per il progetto.

Un ottimo lavoro per i ragazzi lombardi.

Link per ascolto su Spotify: https://open.spotify.com/album/5AIyiAg7MHcTwFBxZbu1h9

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