La letteratura horror e weird italiana ultimamente sta dimostrando di essere viva e vitale. Di recente ho molto apprezzato Epistassi di Stefano Cucinotta. Ora è la volta di un libro di racconti di Antonio Pilato, un altro esordiente (ha trent’anni ed è di Ravenna) che, tuttavia, dimostra di avere qualcosa da dire. Come molti si è appassionato molto presto alla narrativa dell’orrore divorando Stephen King, Poe, Lovecraft, Clark Ashton Smith e Chambers. Ma, di recente, è stato anche molto influenzato dalla prosa barocca di Thomas Ligotti. Influenza che traspare fin dal titolo del suo libro di esordio ovvero Incubi grotteschi di esiliati sognatori. Siamo di fronte ad un volume di racconti (talvolta brevissimi) che sembrano degli incubi scritti di getto. D’altra parte anche il grande Lovecraft usava i sogni come materia prima dei propri racconti come nel celebre Nyarlathotep, scritto in stato di semiveglia. Pilato è uno psicologo e di sicuro conosce bene i meccanismi che portano alla scoperta dei fantasmi sepolti nel nostro inconscio.
Il libro è strutturato in tre parti (Le confusioni innate, Le circostanza curiose e Le razionalità colorate) contenenti ciascuna quattro racconti. Questa suddivisione non è certo casuale ma dimostra che c’è del metodo nella follia di Pilato. Già dal primo racconto Cacofonie da appartamento veniamo immersi in un universo dai contorni cangianti in cui non è facile capire cosa è vero o falso. Il protagonista sperimenta una percezione “altra” della realtà in cui ascolta delle bizzarre cacofonie. Il finale sarà sorprendente e farà venire il dubbio che i suoi siano solo i deliri di uno psicotico. L’appartamento in cui vive si rivela infatti come un reparto psichiatrico per il trattamento della psicosi. I racconti seguenti, L’ospite e L’entropia nucleare, giocano sempre sul tema della percezione distorta del reale. Nel primo viene sfruttato il tema del Doppelgänger mentre il secondo è un tour de force (non sempre facile da capire) nell’inconscio. Il negozio di convenienza è invece una distopia fantascientifica mentre La notte più buia è la storia più lunga di questa antologia. È una vicenda incubica dove veniamo messi a conoscenza dei ricordi (fra cui uno stupro) di un personaggio costretto a stare disteso a letto (scopriremo che soffre della paralisi del sonno) e alla rievocazione dei suoi sensi di colpa mentre incombe, nella sua stanza, una figura “umbratile” che divora dei piccoli gufi. L’epoca dei sorrisetti (altro titolo molto “ligottiano”) mi è piaciuto molto. L’ho trovato il racconto più “lovecraftiano” di questa raccolta. Narra le peripezie del protagonista nella città di Bakartia Encarnaciòn (in tutti i racconti le città hanno nomi bizzarri che codificano una sorta di geografia alternativa) dove tutto sembra strano e irreale. Infine, durante la perlustrazione delle fogne, scoprirà un macabro ed inquietante cerimoniale notturno. In K.O.B.E. si cambia registro: si tratta di un vero e proprio incubo psicanalitico. L’ultima sezione presenta racconti brevissimi. Mi ha colpito in particolare La mosca democratica, in cui un etologo si trova ad osservare continuamente una mosca posata sulla testa di un pitone. L’insetto lo porterà a una sorprendente trasformazione.
In conclusione in Incubi grotteschi di esiliati sognatori siamo lontanissimi da Stephen King e da certe soluzioni dell’horror moderno. Le atmosfere create mi hanno ricordato molto, anche per lo stile, un maestro del weird moderno come appunto il citato Ligotti anche se il testo, a mio avviso, avrebbe avuto bisogno di un editing massiccio. Non mancano certo le buone idee e gli spunti interessanti ma, a tratti, la lettura soffre e si avverte la necessità di uno stile più rifinito.
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Incubi grotteschi di esiliati sognatori
Autore: Antonio Pilato
Editore: Mario Vallone Editore
Anno: 2021
Prezzo: 10,00 €
ISBN: 9788831985413
VOTO: 3 su 5