In apertura c’è The Beatles’ Song, una traccia totalmente dedicata ai Beatles con richiami ad Helter Skelter, Drive my Car, Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band, passando per gli arrangiamenti vocali alla Beatles, al sound, fino alla somiglianza pazzesca con la voce di Paul Mc Cartney.

Si passa poi a Daniela con una intro ed una ritmica simile a My Sharona, che si trasforma in un brano di chiara matrice italiana non appena entra la voce, passando poi a Wild Boyz nella quale i richiami alla scuola Beatles tornano a farsi notare, con un sound simile a Taxman in questo arrangiamento del celebre brano dei Duran Duran.

She’s not enough è un carico di hard rock, a tratti proto punk, arrogante e prorompente, seguita da Davide, un brano dichiaratamente pop italiano, stesso copione che troviamo in Rocknroll machine, nel quale però i sapori e le sfumature diventano a tratti più internazionali, tendenti alle correnti americane del pop rock e del college pop.

Onde è un altro esempio di pop italiano dei primi del 2000, così come Mama e Sorella Libertà. La gente normale sembra uno strano scimmiottare Rino Gaetano, certamente rimanendo molto lontano da quest’ultimo.

Si continua con il pop 2000 in Guru. Nulla di particolare. Un po’ di alternative. Così come un brano alternative appare Felici o Niente. Una sorta di ballata che si tinge di sfumature rock.

A quanto sembra l’ultima parte della compilation ci riserva tutta l’anima alternative rock della band, continuando in questa lista con Cuore Spento, nella quale ci sono tracce di anni ’90 del rock alternativo italiano tra Afterhours, Litfiba e Marlene Kuntz, poi Passo La croce che si muove più sul pop e Corazza di fango, stesso copione, stessa trama, steso finale.

Benzod inizia in un misto di Won’t Get Fooled Again degli Who e Rock Got no Reason della colonna sonora di School of Rock. Sicuramente meno pop italiano nel sound, se non fosse per la voce che riporta di nuovo alla matrice dell’alternative italiano.

You will not survive è una bella botta di energia rock. Mezze Parole è una ballata con lo stesso stilema di composizione. Classica chitarra che fa degli accordi plettrati, giro di accordi molto semplici e voce molto elementare.

Il tutto si chiude con I’m on Fire e menomale. Si torna un po’ al sound visto nei primi brani, con una bella carica rock, decisamente più distanti dal pop fatto con un giro di DO ma più vicini al rock inglese, ai Beatles, ai Police.

Insomma nel complesso questa playlist è un revival della carriera dei The Fottutissimi che vi invitiamo ad ascoltare se non conoscete la band e volete farvi un’idea sul chi siano o, se già conoscete il gruppo e volete ascoltare i loro brani migliori.

Link Spotify: https://open.spotify.com/album/3rkPcBogz4t8v7H9kyvGjz

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