Till Ulenspiegel di Dino Battaglia

Till Ulenspiegel di Dino BattagliaTill Ulenspiegel è il nuovo volume di Nicola Pesce Editore dedicato al grande Dino Battaglia con una preziosa e dotta introduzione di Claudio Ferracci, Direttore della Biblioteca delle Nuvole di Perugia.
Di Dino Battaglia è impossibile dir qualcosa che non sia stato detto, il suo tratto sottile ed elegante, i vuoti che vuoto non sono, gli spazi bianchi, la stilizzazione… tutto già detto. Conviene allora soffermarsi sull’opera in specifico. Till Ulenspiegel, sceneggiato da Piero Zanotto, pubblicato a puntate su Il Giornalino è l’adattamento di un tempo famoso libro di Charles De Coster, scrittore belga che riproponeva, organizzandole in un romanzo, le avventure picaresche e le burle di Till Ulenspiegel, personaggio assimilabile al nostro Bertoldo, al Peik delle favole norvegesi, e tanti altri personaggi della cultura popolare di tutto il mondo. La cornice storica è quella della lotta per l’indipendenza dei Paesi Bassi, prima dal Sacro Romano Impero di Carlo V e poi una volta diviso il regno, da suo figlio Filippo II di Spagna. Quello di Till è il mondo dei Carmina Burana, la sua figura fu popolare dai Paesi Bassi alla Germania, fino a Francia e Inghilterra
A Till e alle sue diavolerie si ispirò Richard Strauss per una sinfonia, poi tradotta in balletto da Nižinskij.
Il grande attore francese Gerard Philippe, con il famoso regista Joris Ivens, noto soprattutto per i suoi documentari, ne trasse un celebre film negli anni ‘50. Till sembra appartenere a quella comicità popolana, spesso licenziosa e greve, estrema risorsa delle genti contro il potere che lo sovrasta e lo annienta, cui appartengono, i giullari, i vari furbi sciocchi di Le Mille e una Notte, le tante burle del Decamerone, dei Canterbury Tales, del Cunto di Basile, di Gargantua e Pantagruele.
L’abitudine di studiare i testi letterari solo in quanto opere di autori illustri, ha oscurato per secoli la tradizione della novella. A questo genere appartengono le imprese di Till cui De Coster diede forma letteraria, giungendo a noi in edizioni più o meno rimaneggiate, ridotto a racconto per ragazzi, genere nobilissimo ma disprezzato in Italia; anche per la seriosità all’origine della letteratura italiana, come spiegò De Sanctis nella sua Storia della Letteratura Italiana, oggi forse dimenticata dall’inondazione di studi di derivazione strutturalista e formalisti. Eppure come ricordano alcuni brillanti pagine di Gianni Celati, sulla novellistica italiana del medioevo, quella narrativa popolare aveva comunque quella caratteristica metalinguistica che tanto piace ai moderni e ai contemporanei. Le novelle di Till, come quelle di tanti altri oscuri eroi della letteratura medioevale, sono novelle di inganni, e cos’è il racconto se non incanto e meraviglia?
In quegli anni, era il 1975, il fumetto cercava legittimazione culturale, oggi raggiunto nella forma del Graphic Novel, perdendo forse il carattere popolare, e su un settimanale come Il Giornalino, accanto a fumetti avventurosi, non potevano mancare adattamenti letterari. Un’ idea un po’ troppo educativa dell’arte che, come ricordava Beniamino Placido, ha anche una funzione consolatoria, di sollievo dell’anima, ma che come rovescio aveva la qualità delle opere e degli autori. Ecco allora che per questo Till, il sommo Battaglia adatta le sua smilze ed espressive figure alle birichinate del bizzarro eroe delle Fiandre. Usando due registri espressivi almeno: per il popolo si ispira a Hieronymus Bosch, per gli oppressori spagnoli e la nobiltà olandese a Velazquez.
Curiosamente il più grande ammiratore e collezionista di Bosch, fu proprio Filippo II che gli Olandesi li bruciava vivi e tassava, ma ne apprezzava i quadri… Ambiguità dell’arte e dei dittatori. Eppure c’è qualcosa di ancora più sottile nel Till di Battaglia, raffigurato non con le sembianze di un eroe all’Indiana Jones, ma con quelle curiosamente deformi di un Arlecchino, di una maschera il cui sorriso ha qualcosa di demoniaco… Il grande tentatore sorride. Nel racconto di De Coster Till diviene l’eroe dell’indipendenza dei Paesi Bassi, prima dal Sacro Romano Impero di Carlo V e poi da Filippo II re di Spagna, che Verdi raffigurò come crudele monarca assoluto nel Don Carlos tratto non a caso dal dramma romantico di Schiller. In Till e nella sua opposizione all’assolutismo e alle pretese universali di Carlo V che oggi hanno tardi e pallidi epigoni, ci sono i primi segni di quella rivolta che porterà alla rivolta delle nazioni contro gli imperi e il romanticismo a opporsi all’illuminismo. La rivolta romantica partirà proprio dalla riscoperta della lingua, delle tradizioni, delle fiabe, del folklore dei racconti popolari di cui Till di Dino Battaglia è un prezioso esempio.

Dino BattagliaL’AUTORE
Dino Battaglia (Venezia, 01.08.1923 – Milano, 04.10.1983) è tra i primi grandi Maestri della Nona Arte in Italia e tra i più celebrati protagonisti del “fumetto d’autore” tra gli anni Sessanta e Settanta. La sua arte, dopo i primi anni nel mondo dell’editoria popolare – con numerose opere d’avventura, western e belliche – approda rapidamente all’interno delle riviste chiave dell’Italia del dopoguerra, come Sgt.Kirk, Alteralter (per la quale crea il suo unico personaggio seriale, l’Ispettore Coke, di cui realizza due storie – I delitti della fenice e La mummia – lasciando incompiuta la terza) e poi Corto Maltese. Storico collaboratore anche de Il Giornalino (per il quale pubblicherà un adattamento di Gargantua e Pantagruel), e il Messaggero dei Ragazzi, produce una serie infinita di storie brevi per Il Corriere dei Piccoli e il Corriere dei Ragazzi e Linus, tra cui i celebri racconti di fantascienza I cinque della Selena e I cinque su Marte.
Amico di vecchia data, oltre che stimato collega, del milanese Sergio Toppi – che lo ha spesso citato fra le sue maggiori fonti di ispirazione – e modello riconosciuto per celebri disegnatori contemporanei come i “dylandoghiani” Corrado Roi o Giovanni Freghieri, durante la sua variegata carriera si dedicò con grande passione soprattutto agli adattamenti a fumetti di opere della letteratura, tra cui Moby Dick e alcuni racconti di Guy de Maupassant.
Negli anni il suo stile cupo e funereo e le atmosfere grottesche e gotiche delle sue tavole traducono in fumetto indimenticabili sequenze tratte dai racconti di Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft ed Hoffman.
Storica anche la sua collaborazione con la Sergio Bonelli Editore, all’epoca Cepim, all’interno della serie Un uomo, un’avventura con le storie L’Uomo della Legione e L’Uomo del New England. Nel 1975 è il primo autore italiano a conquistare un premio al Festival di Angouleme, come “Miglior disegnatore straniero”.
Dando corpo ad atmosfere indefinite e misteriose, ed evocando con il suo pennino silenzi inquietanti e luci abbaglianti – anche grazie al supporto di una tecnica inconsueta nel fumetto come il tampone – le sue creazioni sono ancora oggi moderne e suggestive per la loro elegante e inquietante potenza espressiva

Till Ulenspiegel
Disegni: Dino Battaglia
Testi: Piero Zanotto
Collana: Dino Battaglia
Editore: Nicola Pesce Editore Pag 74, cartonato a colori
Codice ISBN: 9788894818475
Prezzo di copertina: € 16,90

a cura di Gianni Solazzo
(gianni.solazzo@gmail.com)

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