I Joshua Thriller sono una band catanese, formata dal polistrumentista Giorgio Indaco (batteria, basso, chitarra, synth) da Federico Romeo (voce), Walter Russo (chitarra solista) e Alessio Gentile al (basso).
La band nasce da un’idea di Giorgio Indaco, che si poneva come obiettivo quello di un ritorno all’essenziale. La sua idea consisteva nella creazione di un grande contenitore artistico, condito da melodie pop/rock, ritornelli incisivi e di impatto. In sintesi, un ritorno alla forma canzone. La band pubblica, tra il 2021 ed il 2022, i singoli Cloud on the water e Things I don’t say, che confluiscono nell’Ep che recensiamo oggi, ovvero Milkshake, assieme ai brani Waiting, Mr Granny Lover , It’s only up to you.
Il lavoro, pubblicato l’8 marzo e registrato al Cabin Music Studio di Catania, è un concentrato di rock esplosivo e rivela la complessità della creazione sonora di questa band. Ma andiamo con ordine. L’Ep si apre con Mr Granny Lover. Brano senza intro, siamo immersi nelle sonorità della band si dalle primo note. Subito ascoltiamo un potente riff di chitarra con dei synth in sottofondo. Quindi entra la voce e compare un altro protagonista indiscusso della musica della band, ovvero l’Hammond. La linea vocale del ritornello si ricollega agli anni 60 psichedelici, fa pensare molto ai Pretty Things, che sicuramente costituiscono un punto di riferimento per questa band: la loro influenza è evidente anche nel solo finale, ma in generale nel contrasto tra tappeti sonori morbidi e suoni aspri di chitarra.
La successiva, sognante, Waiting, contiene al proprio interno influenze sonore che vanno dai Beatles al Brit Pop anni 90. L’approccio compositivo ricorda alcuni brani dei Tame Impala. Il brano,quasi una ballad, è molto emozionale, la psichedelia è qui velata. Cloud on the Water è forse il brano più rock. Una miriade di influenze, che vanno dai Rolling Stones, dagli U2 (d’altronde il nome stesso della band non è una sorta di tributo al gruppo di Bono Vox?), da tutto il rock and roll e dalla New Wave, esplodono in un sound trascinante. Il brano, marcatamente british, è orecchiabile, si lascia ricordare per i fills di chitarra, per il ritornello corale.
Things I don’t say è frutto della collaborazione tra la band e la cantautrice catanese Elektra Nicotra. Una psichedelia sognante, che ricorda i Love ed i Beatles si unisce a sonorità più elettroniche. La lezione è, in parte, quella dei francesi Air. Assieme a Waiting, questo brano forma uno splendido dittico. It’s only up to you, marcatamente beatlesiana, è la traccia più lunga dell’ep. La traccia presenta una splendida linea vocale, un arrangiamento perfetto. In tale miscele sonora spiccano i tappeti sonori di Hammond, nonché i cori a tratti gospel nel finale.
Milkshake ci è piaciuto, ed anche molto. È sorprendente notare come questa band riesca, partendo da splendide influenze, a creare brani perfetti, sapientemente arrangiati e splendidamente orecchiabili. La grande musica e l’originalità, nell’EP Milkshake, vanno perfettamente a braccetto. Speriamo di sentire più spesso parlare di questa band.
Link per lo streaming su Spotify:
https://open.spotify.com/album/3n23hWGowQhfkMhVEJh5LL