Piero Buscaroli (1930-2016) è stata una personalità forte e controcorrente del giornalismo italiano e della nostra cultura. Musicista e storico della musica (notevoli i suoi studi su Mozart, Bach e Beethoven) collaborò a diverse testate come Il Borghese e Il Giornale (chiamato da Montanelli). Figlio di un latinista molto noto durante il Fascismo (Corso Buscaroli), ha sempre avuto posizioni conservatrici all’interno del panorama culturale italiano. Dotato di uno stile letterario raffinato e gustoso, ci ha lasciato pagine indimenticabili sulla cultura europea. Ora l’editore Bietti ha deciso di riproporre alcune dei libri del Buscaroli come questo Paesaggio con rovine, uscito in origine nel 1989 poco prima della caduta del Muro di Berlino. Come ben scrive Francesco Bergomi nell’introduzione, “Lo sguardo retrospettivo sugli avvenimenti storici e sul senso della storia, che gli animi più sensibili sono stati in grado di rappresentare prima che i fatti stessi si compissero, può dare le vertigini. Buscaroli sublima nel 1989 la tradizione culturale europea che è stata annientata nel 1945”. In particolare il primo capitolo (quello che dà il nome al volume) è esemplificativo del pensiero di Buscaroli sul destino dell’Europa. La sua è indubbiamente una prospettiva “di destra” che pone l’accento sul declino dell’Europa, dilaniata e annientata dalle due guerre mondiali del secolo scorso. Allargando il discorso, il tema del declino del mondo moderno è sempre stato storicamente e statisticamente vicino al pensiero di certa destra radicale. Vengono in mente i nomi di René Guénon e Julius Evola, due pensatori tradizionalisti che hanno incentrato il loro pensiero sul declino del mondo moderno. Ma andrebbe citato anche Leon Degrelle e il suo pamphlet La nostra europa, dove si cantava il “requiem” sulla perduta grandezza europea e si vedeva la Russia come il potenziale simbolo della sua rinascita. Ma dopo gli avvenimenti del 1989 anche questo scritto appare oggi datato. Non si può non ricordare poi il grande Drieu La Rochelle. Detto questo il Buscaroli mantiene un suo approccio originale e riconoscibile e il suo “paesaggio con rovine”, come scrive sempre Francesco Bergomi nell’introduzione, tradisce “il gusto neoclassico di un genere pittorico, cui rinvia il titolo della raccolta, il gusto del Settecento per le rovine”. A mio avviso la sua sensibilità è quella di uno spirito colto e decadente che sente il declino ineluttabile della nostra Europa e presagisce il disastro della nostra condizione attuale. Al di là delle ideologie e di come la si pensi si tratta di una tragedia che riguarda tutti noi. La sua è estremamente lucida e profonda nel constatare come nessuna delle nazioni europee sia uscita vittoriosa dal secondo conflitto mondiale. Oggi viviamo ancora in un mondo uscito dagli assetti di quella guerra con gli Stati Uniti, vero e proprio Satana della nostra contemporaneità, a dettare legge. Per ritrovare un po’ di armonia interiore questo libro costituisce un’ottima guida per fare un viaggio nella cara e Vecchia Europa e nei suoi splendori: nelle sue pagine visiteremo la Cripta dei Cappuccini di Vienna, il Danubio, Les Halles a Parigi, la Germania vista da una finestra di albergo ad Hannover, la Praga della Primavera del 1968 durante l’invasione sovietica e l’odiata e amata Inghilterra. In definitiva Paesaggio con rovine appare come un manuale di sopravvivenza in questi tempi oscuri.
Disponibile sul sito di Bietti: http://www.bietti.it/?s=piero+buscaroli+.
L’AUTORE
Piero Buscaroli (1930-2016), dopo il liceo classico studia organo con
Ireneo Fuser e si laurea in Storia del diritto italiano con Giovanni
de Vergottini. Nel 1955 Leo Longanesi lo chiama a Il Borghese, vi
rimane con Mario Tedeschi; appassionato di musica e guerre, corre tra festival di Bach e invasioni, tre volte in Palestina, sei in Vietnam,
il Sessantotto a Praga. Dopo quattro anni alla direzione di un
quotidiano di Napoli, lascia il giornalismo politico. Direttore della
collana La Torre d’avorio per Fògola, accetta una cattedra nei
Conservatori di Stato “a tempo indeterminato” e dal 1976 al 1994
insegna a Torino, Venezia e Bologna. Nel 1979 Montanelli gli offre la
critica musicale de Il Giornale. Tra le sue opere ricordiamo La
stanza della musica (Fògola, 1976), Bach (Mondadori, 1985; 2018),
Figure & figuri (Volpe, 1977), Paesaggio con rovine (Camunia, 1989),
La morte di Mozart (Rizzoli, 1996), Beethoven (Rizzoli, 1996), Dalla
parte dei vinti (Mondadori, 2010; Minerva, 2016) e Una nazione in coma (Minerva, 2013).
Paesaggio con rovine
Autore: Piero Buscaroli
Editore: Bietti
Pag. 356
Prezzo di copertina: € 23,00
a cura di Cesare Buttaboni
(caesar1471@gmail.com)