Il nuovo videoclip Omaggio al poeta, il cui brano dà anche il titolo all’album uscito il 3 novembre e che funge da colonna sonora del romanzo in versi Lasciare andare (2024), rappresenta la sintesi creativa del cantautore svizzero.
Il videoclip Omaggio al poeta di Max Deste è disponibile sul canale YouTube del cantautore svizzero: https://youtu.be/6NjUH0r9sIQ?si=_hyTJZ3WN8d97sLp
Abbiamo intervistato l’artista…
Omaggio al poeta di Max Deste mostra un uso creativo dell’intelligenza artificiale… Cosa pensi a riguardo?
Penso che il compito dell’artista sia quello di sperimentare anche l’AI. In questo senso, il mio è da ritenersi un semplice esperimento, iniziato già con il video precedente Cose che cambiano. Il risultato, a parer mio, è interessante. Oltre alle dimensioni testuali e musicali, l’IA mi ha permesso di aggiungere anche quella legata alle immagini video in modo abbastanza intuitivo. In definitiva il risultato finale è quello di un gioco di associazioni libere, che permettono però di amplificare i messaggi veicolati dalla canzone stessa.
Con l’intelligenza artificiale si possono clonare voci di artisti famosi o immagini o altro. Cosa pensi, invece, riguardo questo?
Penso che sia importante delimitare il campo concernente quello che è eticamente accettabile. Per fare questo, sarà anche inevitabile che qualcuno andrà oltre. Questo ci aiuterà a stabilire i confini di questo campo.
Quanto è eticamente giusto l’uso dell’intelligenza artificiale secondo te nel contesto artistico nelle modalità su elencate?
Come per la domanda precedente, credo che siamo ancora nella fase di comprendere quali siano i limiti.
Riguardo i tuoi ultimi lavori e quelli di prossima uscita parli di reti di analogie e di allusioni simboliche. Quanto ti senti un artista simbolista o decadente?
Simbolismo e decadentismo sono due fenomeni della seconda metà dell’800, di cui peraltro mi sono abbastanza nutrito. A questo punto, però, bisognerebbe aggiungere il prefisso “neo”. Ma per rispondere alla tua domanda, al di là delle etichette che tendono a ridurre troppe e a soffocare il genio creativo, m’ispira molto la poesia simbolista, e a suo modo programmatica, Corrispondenze di Charles Baudelaire e, per il decadentismo, stiamo vivendo un po’ la stessa fase a distanza di oltre un secolo, cioè una critica nei confronti di una società che trova per così dire “comoda” la tecnologia.
Quanto il post umano ha cambiato le nostre vite?
Direi che sta cambiando le nostre vite in questo momento e, purtroppo, non sappiamo ancora bene quanto ci cambierà.
…la figura del poeta come ultimo baluardo dell’Homo sapiens contro l’avvento della singolarità tecnologica…C’è veramente il rischio di una singolarità tecnologica secondo il tuo parere?
Mi sto documentando. A pare mio il rischio c’è. Un rischio che implicherebbe non solo la fine dell’uomo così come lo conosciamo. A differenza del passato, ho la sensazione che adesso gli addetti ai lavori non siano sicuri al 100% che un certo tipo di tecnologia non possa un giorno sfuggire dal loro controllo. Inoltre, inizio ad osservare i primi fenomeni davvero preoccupanti. Se pensiamo ad esempio alle nuove generazioni, spesso molto tempo connesse, e quindi spesso distratte, e manipolate, con la conseguente impossibilità di imparare a stare soli con se stessi.
Il romanzo Lasciare andare uscirà l’anno prossimo… Cosa puoi dirci in anteprima?
È il mio più grande esperimento… uscirà tra marzo e aprile. Un intero romanzo in endecasillabi. Il protagonista è un ragazzo che soffre di solitudine. Perciò decide di scrivere un diario poetico. Attraverso la scrittura diventerà adulto, raccontando le sue drammatiche sfide.